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Open Source: perché le amiamo così tanto

25 agosto 1991: una data fondamentale nel mondo dell’informatica. Quel giorno un giovane studente finlandese di informatica appassionato di programmazione, Linus Torvalds, crea il primo nucleo del kernel Linux

Nasce così quello che è probabilmente il nome più noto e popolare del panorama open source, Linux, una vera rivoluzione che cambierà la storia dell’informatica contemporanea. “Non ho lanciato Linux come un progetto collaborativo. L’ho fatto solo per me stesso (…) L’ho reso pubblico, ma non avevo alcuna intenzione di usare la metodologia open source. Volevo solo avere commenti sul mio lavoro”, ha detto Linus Torvalds a proposito della sua creazione, su cui ha sempre cercato di mantenere un bassissimo profilo. Eppure le potenzialità di Linux sono state gigantesche, soprattutto a seguito della fusione con il sistema operativo GNU, creato da Richard Matthew Stallman, che ha fatto entrare GNU/Linux nella storia dell’informatica come valida alternativa ai sistemi operativi non liberi (come ad esempio Microsoft Windows, MacOS, Unix). 

Ma a cosa è dovuto il successo dei sistemi open source? 

Non si tratta solo della gratuità, che è certamente un elemento importante per l’utente medio. Gli open source, infatti, nascondono potenzialità enormi, come ci spiega il nostro appassionato di open source, Marco Basso. “Quando c’è bisogno di approfondire e sviscerare un argomento”, spiega Marco, “è possibile arrivare al livello di dettaglio più completo, fino all’analisi del codice sorgente, cosa che permette di raggiungere elevatissimi livelli di competenza”. 

Dunque per programmatori, informatici e appassionati l’open source è una palestra di formazione, il luogo dove sviluppare nuove idee e conoscenze. Così, in fondo, la pensava anche Linus Torvalds: “Sono convinto che l’informatica abbia molto in comune con la fisica. Entrambe si occupano di come funziona il mondo a un livello abbastanza fondamentale. La differenza, naturalmente, è che mentre in fisica devi capire come è fatto il mondo, in informatica sei tu a crearlo. Dentro i confini del computer, sei tu il creatore. Controlli – almeno potenzialmente – tutto ciò che vi succede. Se sei abbastanza bravo, puoi essere un dio. Su piccola scala”.

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